lunedì 10 maggio 2010

NdR 02


Il Nome Della Rosa (1986)

Riforma della Chiesa e lotta per le investiture (2)

La causa fu la mancanza di libertà della Chiesa che:

-         per la nomina papale era soggetta alla designazione e alla conferma da parte dell’imperatore in conseguenza del Privilegium Othonis (962) e di un decreto imposto a Clemente II da Enrico II in occasione dell’incoronazione imperiale a Roma nel 1046;

-         per la nomina dei vescovi, all’imperatore spettava l’investitura temporale con la spada e, dopo la crisi del papato nella seconda età ottoniana, anche quella ecclesiastica con anello e pastorale.

La Chiesa intanto era piombata nella più totale corruzione (simonia, nicolaismo, abusi ed eccessi di ogni tipo) e lo stesso soglio pontificio era diventato preda di ambizioni personali e familiari.

La reazione venne da due categorie sociali:

-         i monaci riformati, soprattutto quelli di Cluny (fondato nel 915 da Guglielmo d’Aquitania), ma anche cistercensi, certosini, camaldolesi, vallombrosani, ecc.

-         il popolo, che in molti casi diede luogo a gruppi in aperta rivolta contro i vescovi, come a Firenze contro Mezzabarba nel 1063-68, o i patarini di Milano contro Guido di Velate tra il 1045 e il 1069.

Nicolò II (1058-1061) fu il primo papa riformatore.  Consigliato dal monaco cluniacense Ildebrando di Soana, strinse alleanza con Matilde di Canossa e con i Normanni  (sinodo di Melfi del 1059).  Quindi emanò una serie di decreti per stabilire che l’elezione pontificia spettava ad un collegio di vescovi delle più antiche chiese di Roma (cardinali appunto), e nello stesso tempo condannava simonia e nicolaismo.

Alessandro II (1061-1073), il patarino milanese Anselmo da Baggio, fu il primo papa eletto dai cardinali, ed il papato cominciò ad entrare in attrito con l’imperatore, che cercò di opporgli un antipapa.

Gregorio VII, lo stesso Ildebrando di Soana (1073-1085), portò avanti il disegno di riforma di Nicolò II e con una serie di decreti, tra il 1074 e il 1075, stabiliva che l’investitura ecclesiastica dei vescovi doveva spettare esclusivamente al papa.

Enrico IV (1056-1106) allora, nel concilio di Worms (1075) depose Gregorio VII e gli oppose un antipapa.  Gregorio tirò fuori l’arma della scomunica, scatenando contro Enrico la ribellione dei feudatari, che gli opposero Rodolfo di Svevia.  L’imperatore scese allora ad “umiliarsi” a Canossa (1077), ottenendo la revoca dell’interdetto, quindi tornò in Germania e tolse di mezzo Rodolfo di Svevia (il ducato svevo passò allora agli Hohenstaufen).  Poi nominò un nuovo antipapa e, occupata Roma, si fece da questi incoronare imperatore (1081) mentre Gregorio VII si rifugiava a Castel Sant’Angelo, da dove venne tratto in salvo e condotto a Salerno da Roberto il Guiscardo.  Gregorio moriva esule nel 1085.

I successori di Gregorio VII continuarono la lotta con l’impero:

Urbano II (1088-1099) è noto soprattutto per aver bandito la prima crociata nei concili di Piacenza e Clermont (1095).

Pasquale II (1099-1118) riuscì ad aizzare contro Enrico IV lo stesso figlio dell’imperatore, Enrico (poi V), che lo imprigionò ed esiliò a Liegi.  Ma Enrico V fu in rapporti tesi con il papa: con il concordato di Sutri (1111) voleva riconquistare il diritto all’investitura ecclesiastica dei vescovi, e nel 1115 pretese l’eredità di Matilde di Canossa.

Callisto II (1119-1124) concluse con Enrico V (1106-1125) il concordato di Worms (1122), con cui si poneva fine alla lotta per le investiture segnando una vittoria della Chiesa: 1) le investiture erano ripartite tra papa e imperatore, 2) in Germania l’investitura temporale precedeva quella spirituale, in Italia la seguiva, 3) nello stato pontificio tutto spettava al papa.

La Chiesa usciva rafforzata dalla lotta per le investiture, mentre per l’impero cominciava una lotta trentennale per la successione alla casa di Franconia (Corrado II il Salico, Enrico III, Enrico IV e Enrico V) e si formavano i due partiti dei Guelfi (Welf, capostipite della casa di Baviera) e del Ghibellini (Waiblingen, castello degli Hohenstaufen).  Dapprima fu eletto il guelfo Lotario (1133-1137), poi prevalse il partito ghibellino con Corrado III di Svevia (1138-1152), Federico Barbarossa (1152-1190), ecc.



Nessun commento:

Posta un commento