martedì 11 maggio 2010

NdR 12

Il Nome Della Rosa (1986)

LA CATTIVITÀ AVIGNONESE (Roberto Crosio)
Il trasferimento della sede ad Avignone
Con il termine di cattività avignonese si intende il periodo che il pontefice e la sua corte trascorsero presso la città di Avignone, in Provenza, praticamente sotto il controllo della monarchia francese. Tale periodo va dal 1304 al 1377 e segna il primo tangibile manifestarsi del fallimento di una chiesa universale. Pochi anni dopo il ritorno del pontefice a Roma, si riproporrà nuovamente il distacco della Chiesa di Francia da quella di Roma (clero gallicano). Il Piccolo ed il Grande sci-sma testimonieranno tale divisione tra le varie Chiese nel continente europeo.

Clemente V - La miniatura conservata al British Museum di Londra. Mostra l'arci-vescovo Bertrand de Got, eletto papa nel 1305 col nome di Clemente V. Fu lui che con il pretesto del clima insalubre di Roma, ma in realtà per sottrarsi ai torbidi cit-tadini, scelse di fissare la sua dimora ad Avignone nel 1309. Clemente V appare qui col capo ricoperto dal Triregno, cioè da una triplice corona (tiara). Era stato Boni-facio VIII ad introdurre nel 1295 la tiara a doppia corona, come simbolo del doppio potere, spirituale e temporale esercitato dal pontefice.
La corte avignonese

I papi risiedettero ad Avignone dal 1305 ai 1377. Del palazzo dei papi in Avignone uno storico tedesco scrisse: " Fondato sulla roccia del duomo, con le sue enormi torri massicce e quadrate e le sue mura colossali di quattro metri di spessore, ele-vantesi al cielo, nude, grigiastre, forate irregolarmente da poche finestre a sesto acuto, è una delle più maestose creazioni architettoniche dei Medio Evo. La cura principale dei costruttore fu rivolta alla solidità e alla sicurezza. Strana miscela di fortezza e di chiostro, di carcere e di palazzo, questo poderoso edificio riflette la condizione della Santa Sede di quel tempo. Se si confronta il palazzo dei papi - la casa più solida e più bella dei mondo - con la vicina cattedrale, quest'ultima appa-re piccola e di poco rilievo. Questo contrasto offre un'immagine fedele dell'epoca avignonese, che è contrassegnata dal regresso dell'elemento ecclesiastico e dal prevalere dell'elemento mondano, bellicoso e principesco”.
Questo passo esprime emblematicamente la valutazione tradizionalmente nega-tiva formulata dalla storiografia tedesca e italiana sull'epoca avignonese del papa-to. Diverso giudizio è stato espresso dalla storiografia francese, la quale ha so-prattutto negato che si possa parlare dei periodo avignonese come di un periodo di prigionia (cattività)del Papato.
Il periodo avignonese costituisce comunque una fase di oggettiva debolezza del potere papale che viene direttamente controllato dalla monarchia francese di Filip-po il Bello e dagli Angioini di Napoli, come dimostrò il caso dei Templari, ordine re-ligioso-cavalleresco sciolto in modo violento proprio in questo periodo. Lontano dai contrasti romani, la Curia sviluppò ordinatamente la propria strutturazione bu-rocratica e fiscale.
La crisi dell'universalismo cristiano e l'affermarsi delle chiese nazionali.

La Chiesa non si rinnovò in senso evangelico ma verificò la sconfitta dell' univer-salismo cattolico, in quanto andavano emergendo gli interessi degli Stati e delle chiese nazionali. Riacquistarono vigore le proteste contro la corruzione e la ric-chezza della Chiesa, in quanto la corte avignonese appariva ancor più mondaniz-zata e corrotta di quella romana.
Gli Spirituali francescani (Fraticelli), animati da vigore religioso non esitavano a dichiarare eretici papi ed ecclesiastici che non condividevano le loro idee sulla po-vertà. Su di loro si abbatté la repressione dell'Inquisizione domenicana: subirono la tortura e la condanna al rogo Umbertino da Casale e Michele da Cesena.
Dopo il ritorno a Roma della sede pontificia la vita della Chiesa non sarà comun-que tranquilla e priva di problemi. La Chiesa cattolica non potrà più esercitare il suo ministero universale su tutta l'Europa ed una serie di Concili verranno indetti per rinsaldare il potere papale, messo in forse da quello delle Chiese nazionali che nominarono spesso uno o più antipapi, non riconoscendo l'autorità romana. Men-tre altri gruppi di protesta religiosa (Huss in Boemia e Wykliff in Scozia) contesta-vano la scarsa moralità della Chiesa e tendevano a sottrarsi al suo controllo, si preparava lentamente quella situazione di oggettivo scollamento di parte della cri-stianità ,che si verificherà con la riforma protestante nel primo '500.

Affresco del Palazzo dei Papi di Avignone. In un giardino un uomo conversa con un falconiere con un falcone in pugno. I due personaggi sono riccamente vestiti. Il lusso della Corte pontificia non aveva nulla da invidiare a quello delle più fastose corti principesche dell'epoca.

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